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Prefazione a Macchina, di Romano Luperini.

    Prefazione a Macchina di Romano Luperini   1.       Il titolo Il titolo del libro è preso dal primo componimento della serie «In Jugoslavia con i piedi per terra».   La macchina di cui qui si parla dapprima sembra collocata in una corsia d’ospedale (quasi macchina di rianimazione): condiziona l’orizzonte percettivo, è un filtro che perde pezzi, non funziona più, determinando nel soggetto afasia, umiliazione, senso di annientamento, incapacità non solo di parlare, ma di vedere; poi diventa la macchina da cucire e il termine di un confronto (svantaggioso per l’io) fra madre e figlia; infine macchina da scrivere. In ogni caso è una sorta di protesi dell’io, di strumento di mediazione, di percezione e anche di comunicazione; ma si tratta comunque di una protesi   inerte, inefficace. Il risultato è una sensazione di stordimento, di oppressione, di mancanza di intimità e di identità in un mondo di frastuono e di incubo (si veda l...

NATA LIBERA, Antologia di voci in difesa delle donne. A cura di Claudia Manuela Turco.

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  NATA LIBERA. Voci in difesa delle donne Autrici e autori dei testi antologizzati: Lucianna Argentino, Michele Brancale, S. C., Alessandro Carrera, René Corona, Mirella Crapanzano, Maurizio Cucchi, Fabrizio Dall'Aglio, Marvi del Pozzo, Cinzia Demi, Tania Di Malta, Elisa Donzelli, Lucia Gaddo Zanovello, Maria Gabriella Giovannelli, Rita Iacomino, Giuseppe Langella, Annalisa Macchia, Anna Rita Merico, Anna Montella, Ivano Mugnaini, Roberto Pacifico, Rita Pacilio,  Erminia Passannanti,  Patrizia Riscica, Gian Paolo Roffi, Anna Santoliquido, Evaristo Seghetta Andreoli, Valeria Serofilli, Lilia Slomp Ferrari, Antonio Spagnuolo, Claudia Manuela Turco (Brina Maurer), Antonio Vanni. Nata libera un’antologia di tanta immediatezza e ricchezza. Divisa in tre sezioni: Racconto e monologo teatrale, Poesia singola, Saggio breve. Per ogni sezione scritti di Autrici ed Autori che hanno voluto riflettere sul tema delle relazioni tra i generi femminile-maschile e sulle ricadute che la sto...

Angela Tumini. Recensione della raccolta Macchina, di Erminia Passannanti

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  MACCHINA, Poesie, Erminia Passannanti (Manni Editore, Lecce, 2000) . Di Angela Tumini “ A me la vita non piace e non posso cambiarla/ Mi sforzo allora di farmela piacere e qualche volta me ne dimentico/ dico: la vita è bella. Ma la vita degli altri mi sta sempre davanti/ mi dà una malinconia immensa.” È questa malinconia che si materializza diventando forza motrice di Macchina , di Erminia Passannanti; una malinconia riflessiva che esplode da un senso di frantumazione della realtà e dal non-senso dell’esistenza. Il lettore è chiamato a condividere una dimensione quasi buia e surreale, dominata da immagini allucinate e oniriche che, a tratti, si scontrano con solidi frammenti di memoria. Il ricordo non è solo strumento di pena che rifrange la malinconia di un tempo perduto, ma anche di lotta e autorità ideologica - “Dovunque sia/ ciò per cui siamo attende.” Da questo singolare contrasto nasce la forza poetica di Macchina . È una visione spesso delirante del...

Leonard Cohen. Songs Inspired by Religion

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Poesia: STORIA DI S. ST., SARTA E NUBILE. Erminia Passannanti

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Dipinto di Anonimo. “ Giovane donna sul letto di morte”, 1621, Scuola Fiamminga.   STORIA DI S. ST., SARTA E NUBILE   Omaggio a K. G. Jung Dipinto di Anonimo. Giovane donna sul letto di morte, 1621, scuola fiamminga * di notte sono tormentata da migliaia di serpi il mio letto è tappeto di aghi di pino vi appoggio la testa insostituibile sono la duplice politecnica sono la regina degli orfani mandano danaro a vagoni verso la mia capitale ho creato la giogaia dalla cima più alta forse un bimbo verde nasce. ** volevo dire pressappoco ferro cuscino sogno predicazione a punto basso porta vetrata ventilazione stoffa, sì, stoffa tagliata come burro la razione d’emozione che riferisco alla parola “forbici”. finestra, e pertugio, sono soltanto un’amante del clavicembalo. il fiore è la camelia. O Signore, qui riaffiora un’idea palpitante come corolla lieve o sentiment d’incomplétude ...

Poesia: RELIQUIA di Erminia Passannanti

RELIQUIA (A mia madre) La prima impressione è di uno strato di polvere bianca sottile e delicata come cipria di pallidissima Madonna e tu, con lo stupore della vergine, ne riemergi all'aria, finemente, con la tua antica vita, la faccia stupita, respirando l'incontro con il tuo amato figlio, ringiovanita. (Salerno, 10 maggio 2018) La poesia come interlocutrice mia madre,  a cui riferisco, come se potesse ascoltarmi, le impressioni che mio fratello ebbe e mi raccontò nel momento in cui si occupò da solo della sua esumazione. La morte è qui intesa come rinascita di mia madre in un mondo senza tempo dove non conta solo la vita, per continuare ad esserci, una vita che ha luogo negli affetti, specialmente nell’affetto filiale. E nell'arte. Rinascita che avviene mediante l’incontro ideale e materiale, alla distanza di trent’anni, del corpo riportato alla luce di una rinnovata esistenza.

Jamie McKendrick (1955, Liverpool), "Salt". Traduzione e commento - Saggio disponibile in Inglese e Italiano.

“Sale” Non sappiamo se il domani abbia verdi pascoli in mente dove stenderci accanto al sempreverde mormorio dell'acqua fresca, o se intende piantarci in qualche arida squallida valle nell'ombra dove l’alba è perduta per sempre, interrata sotto una vita di errori. Forse ci risveglieremo in città straniere dove il sole è un fantasma, un vagheggiamento, ed angolari consonanti inamidate intrecciano la lingua alla radice,  così che ogni senso di chi siamo s’annienta in parole e nulla di ciò che sappiamo può essere sbrogliato. Perfino allora, qualche vestigia del mare, la sua marea plosiva, le sue creste spumose, risorgeranno  dentro le nostre sillabe, bronzee come il canto delle api. Per quanto lontano ci siamo avventurati dalla fonte, un traccia della voce del mare si insedierà in noi come la luce del sole in qualche modo ancora persiste nei ciuff...

Erminia Passannanti. Poem. "Al frantoio". Interpretation.

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AL FRANTOIO Ignoro il nuovo, ho un occhio storto. Guardo, ricordo tutto, eh, sì ricordo troppo le storie dei miei avi. Con un basto pesante sulla groppa vengo alla grossa macina di cui mi dico l’asina. Fui una stupida, penso talvolta: sono stata di qualcuno, appartenevo a un tarlo, alla mola cigolante il cui peso apprendevo scavando in tondo un solco, a testa bassa. Avevo costantemente nella testa quell’odore di sansa, l’intenso verde-oliva della pietra, il volo scomposto delle mosche, mio padre che assaggiava l’olio con due dita–fuori di lì, l’aria era bianca. Lo chiamano percorso. Se avessero prodotto vasellame, sarebbe stato, quel fosso circolare, una perfetta tomba per l’oggetto. Io vi stampavo l’orma del mio zoccolo. Si riduce, il presente, a una massa pastosa per il torchio, anno per anno, un giro dopo l’altro, e distilla una nenia. Si decanta da sola, sono stanca. https://play.google.com/store/books/details/Erminia_Passannanti_Il_Torsolo_del_Ventre_ed_Altre?id=-dCVDwAAQBAJ&P...

Erminia Passannanti. Poem "IL SENTIERO DELLE MORE" . Interpretation.

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IL SENTIERO DELLE MORE per quelle lente ore in cui conosceste l’attesa del martirio su gradini di terra come di chi da vergine e immolata–voi, dico a voi che con tenere dita toccaste le piaghe di un lebbroso e celaste la chioma sotto un ruvido saio per chinarvi pietosa su quel corpo straziato, che – a vostro dire–palpitava ancora per quelle ore, io vi porgo la rosa, unica spettatrice tra tante sedie vuote morta che fu l’anima sua dinanzi e le membra vedevo agitarsi nell’aria e pulsando sgorgare la ferita là dove le sue reliquie tengono a coppa il sangue venite – aveva, il sentiero delle more, colpito la sua immaginazione – ecco i sassi, ecco gli arbusti che sostennero il rogo e laggiù, per quella bella santa, mirate come il rovo ai suoi piedi si crebbe a formare una croce io stava come presa da un delirio di voci e volentieri mi denudava il petto e me ne andava vagando senza meta finché qualcuno mi riportava a casa… Ratto, come di un sogno alato che partiva dal fondo, fu l’asce...

Erminia Passannanti. Poem: "Non più ermetica". Interpretation.

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  NON PIÙ ERMETICA * Si cercava di starle dietro: se c’era da salire, arrancavamo su per la collina di pietrisco, quando precipitava, ne riscendevamo correndo. Cos’è questo battere a tempo le mani, questo disposi in riga all’orizzonte? È la mia indole, non più ermetica di tante altre, ogni mattina a testa bassa, incapace di evitare quel lieve caro malessere di estraneità. C’è già qualcuno dietro la porta. Ci passano in rassegna nelle nostre carni bianche, ci esaminano dall’inguine al calcagno per quest’estrema magrezza delle rotule: si infiammano, a furia di stare inginocchiate. Alle volte mi andrebbe di ascoltare la musica, guardare la neve che cade. ** Un refettorio lurido con un’unica finestra opaca, le visite mediche, i piedi nudi sul nudo pavimento. Mi consola il cuscino a forma di bambino su questo ventre vuoto, la stagione dei corvi che volano bassi nei loro neri abiti, il teso silenzio nel punto preciso tra le maglie arrugginite del recinto e il campo sfocato do...