Poesie-sonetto: Federico/Erminia


Poesie-sonetto a Federico


1. 


La vita, Federico, è incongruenza

se da morbo rinviene forza e vita,

la vita, che la sorte avea svilita,

e amore deluso in sua parvenza.


Se il vivere è faina che ravvisa

nera di fine la sua landa bianca,

tanto, penando, la figuri uccisa,

cibo ricerca, invece, e comunanza.


Poca cosa il penar d'oggi t'è segno

della fame dinanzi, e del bisogno,

se senso e vita affidi alla fallanza

a dispetto di cieca irrilevanza.


Per cui, tenero amico, vai sicuro,

vivi faina, non preda appeso al muro.



(7 luglio 2011, Oxford 2.03 am) 


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2. 


Per fato a nostro lido non fu amore

'ché dentro di corazze innate fero

la villania che mai può dar piacere

sola certezza su cui teni duro.


Per anni varie cere brutte o ambrate

vedea andarti accanto, e mai si apria

ad amoroso spirto in seno alcuna via,

non ravvisando in te forme disiate.


Neppure a te per me mai fu diletto

per quella naturale assennatezza

con cui, da letto a letto, fe’ difetto

conceder 'l passo a questa donna fera.


Sorte non volle istigare in segretezza

quel sì che slaccia il core ed il corsetto.


5 luglio 2011


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Federico (a me)


1. 


Ciao, dottoressa, se ti guardo fiso,

sei sorella di Shakespeare con tua arte,

di Shakespeare la sorella, in tutto e in parte,

tu sorella di Shakespeare mi hai conquiso.

 

Insieme a te la vita è un paradiso,

canone che dal canone  si parte,

sconvolgendo così tutte le carte

come luce che abbaglia in pieno viso.

 

Questo è un cielo che è più cielo del cielo,

maschile e femminile come noi,

avendo gli occhi aperti senza velo.

 

Stanza tutta per te  io sono, poi,

con calore disciolto ogni suo gelo,

incantato ascoltando i versi tuoi.



Salerno, 2011.


Scambio di sonetti scherzosi tra Erminia Passannanti e Federico Sanguineti (c) 2011.



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