Charles Baudelaire. LA MUSA MALATA
Charles Baudelaire
LA MUSA MALATA
Disgraziata musa mia, stamattina che hai?
Occhi vuoti abitati da paesaggi notturni,
scorgo nel tuo colorito alternarsi, in bieco
riverbero, glaciali e
muti, follia e orrore.
Il livido prigioniero
e l’elfo rosa hanno forse
riversato urne di
paura e tenerezza nel tuo cuore?
E con colpo ribelle e
tiranno, l'incubo t’ha per
caso annegata nell’
irreale Minturno?
Possa con aromi
vitali il tuo petto essere abitato
da pensieri vivaci e
il tuo sangue cristiano
scorrere a fiotti modulati,
come i timbri delle
note antiche dove sono
sovrani Febo,
padre dei canti e il sommo
Pan, signore dei
raccolti.
Traduzione di Erminia
Passannanti
2003