il sentiero delle more. Antologia di scritti sulla poesia di Erminia Passannanti.


WILLIAM HOPE

Introduction

In an age of instant information, interaction, and gratification engendered by social and digital media, it now requires a distinct type of personal engagement to explore and be enriched by the art form of poetry. The process entails a conscious effort to withdraw temporarily from the echo chambers that reinforce our chosen world views and identities, and a singular desire to immerse ourselves in the recondite and the elusive. Poetry requires a form of commitment which is reciprocated with few of the concrete interpretative certainties provided by other types of art. It is a form of commitment akin to stepping away from the bustle of metropolitan walkways to sit within a nearby walled garden. As time passes, detachment cedes to sensitivity towards an environment that both surrounds us and is also summoned from the depths of our being. Some are rewarded with unexpected moments of resonance as a poetic vision may illuminate a vestige of the landscape with a clarity of truth that is instantly recognized and embraced. Such moments epitomize the work of Erminia Passannanti, experiences characterized by poems such as “La presenza del Dio” and “Desiderio dell’autoannientamento” that capture intimate fragments of self-awareness ranging from epiphany to desolation. Over the past decades, critics and collaborators have recognized and paid tribute to the innovative qualities of her poetry in a diverse collection of reflections, reviews, and articles that have been brought together in this volume. Franco Fortini, on the occasion of awarding the “Laura Nobile” Prize to Passannanti in 1993, immediately identified the energy, rich imagery, and the sense of excited self-affirmation that characterized her collection Noi altri. Subsequently, other critics have offered valuable readings of her work and unique atmospheres. Romano Luperini’s Introduction to Passannanti’s second poetry collection Macchine in 2000 (Manni Editore) perceptively suggested that her poetry evokes a blending and clashing of Mediterranean luminosity and Nordic mist.

The task of translating poetry that is characterized both by stylistic nuance and sustained emotional verve is challenging on countless levels. It is therefore fascinating to encounter the perspectives of Passannanti’s translator, Brian Cole, in this anthology. In his introduction to Machine (2005), he acknowledges the difficulty of this process, particularly that of conveying “a persona that is a complex Self, striving to express itself more effectively through the emotions”. Cole asserts that Passannanti “holds out a vision to her readers of a world in which sensibility and humanity struggle with the prevailing darkness the poet confronts in her emotional responses”. Readers sensitive to the universal truths and resonances in Passannanti’s work will relate to its “intuition of the vicissitudes of a world in flux and a self in urgent critical self-examination”. In her review of the collection Poesia del dissenso (2005), Daniela Raimondi also notes how, in the poems, all boundaries between the body and the outside world are erased, and how the poet’s voice of dissent acquires a painful physicality as it transcends and fluctuates between external reality and inner malaise, which is experienced viscerally.

This anthology is an extensive and valuable record of the different approaches that have inspired critical writing on the poetry of Erminia Passannanti. These are visions and sentiments that are imbued with the clarity and resonance of truth, and which are articulated – in Fortini’s terms – through Passannanti’s “authentic poetic nature”.

 

Introduzione

In un'epoca come quella attuale di informazioni, interazioni e gratificazioni istantanee, generate dai media sociali e digitali, diventa oggi necessario un tipo distinto di impegno personale per esplorare la forma d'arte della poesia ed esserne arricchiti. Il processo comporta uno sforzo cosciente per ritirarsi temporaneamente dalle camere d'eco che rafforzano le nostre visioni del mondo e identità e un desiderio individuale di immergersi nel recondito e nell'inafferrabile. La poesia richiede una forma di impegno contraccambiato da poche delle concrete certezze interpretative fornite da altri tipi di arte. È una forma di responsabilità che chiede di allontanarsi dal trambusto delle strade metropolitane per sedersi in solitudine all'interno di un giardino dai muri alti. Con il passare del tempo, il distacco cede il passo alla comprensione dell’ambiente che ci circonda, evocato dal profondo del nostro essere. Alcuni sono ricompensati da inaspettati momenti di risonanza poiché una visione poetica può illuminare scorci di paesaggio con una chiarezza e verità che viene immediatamente riconosciuta e fatta propria. Momenti simili riassumono l'opera di Erminia Passannanti, esperienze che si riflettono in poesie come “La presenza del Dio” e in modo analogo “Desiderio dell’autoannientamento”, che catturano intimi frammenti di autocoscienza, dall'epifania alla desolazione. Negli ultimi decenni, critici e compagni poeti hanno riconosciuto le qualità innovative della sua poesia e reso ad essa omaggio in una variegata raccolta di riflessioni, recensioni e articoli messi insieme in questo volume. Franco Fortini, in occasione dell'assegnazione del Premio “Laura Nobile” alla Passannanti nel 1993, individuò istantaneamente l'energia, il ricco immaginario e il senso di appassionata autoaffermazione poetica che caratterizzavano la sua raccolta Noi altri. Successivamente, altri critici hanno offerto importanti letture delle sue poesie e delle atmosfere uniche che esse sviluppano. Nella sua Introduzione alla seconda raccolta pubblicata con Manni Editore, dal titolo Macchina, Romano Luperini, nel 2000, suggeriva con intuito che questa poesia presenta l’incontro e lo scontro tra una luminosità mediterranea e nebbie nordiche.

Il compito di tradurre poesie caratterizzate da complessi espedienti stilistici sostenuti da una intensa verve emozionale deve essere impegnativo a molti livelli. È quindi affascinante incontrare in questa antologia la prospettiva del traduttore di Passannanti, Brian Cole. Nella sua introduzione a Machine (2005), Cole riconosce le difficoltà di questo processo, in particolare quella di tradurre "un poeta dall’Io complesso, che si esprime al suo meglio attraverso le passioni". Cole afferma che la Passannanti “offre una visione ai suoi lettori di un mondo in cui sensibilità e umanità lottano con l'oscurità prevalente con cui il poeta si confronta nelle sue risposte emotive”. I lettori sensibili alle verità e alle risonanze universali nell'opera di Passannanti si metteranno in relazione con la sua "intuizione delle vicissitudini di un mondo in divenire e di un Io in incessante autoesame critico". Nella sua recensione della raccolta Poesia del dissenso (2005), Daniela Raimondi nota inoltre come, nelle poesie di Passannanti, tutti i confini tra il corpo e il mondo esterno siano cancellati, e come la voce del dissenso del poeta acquisisca una fisicità dolorosa mentre trascende e fluttua tra realtà esterna e malessere interiore, che viene vissuto in modo viscerale.

Questa antologia è, dunque, un’ampia e preziosa testimonianza dei diversi approcci che hanno ispirato la scrittura critica sulla poesia di Erminia Passannanti. Si tratta di visioni e sentimenti intrisi di chiarezza ed echi di verità,  che si articolano – nei termini espressi da Fortini – attraverso "l’autentica natura poetica " della Passannanti.


AUTORI DELLE RECENSIONI

FRANCO FORTINI

LUPERINI

ROMANO LUPERINI

GUIDO GUGLIELMI

LUCA LENZINI

PETER DALE

BRIAN COLE

FRANCESCO MUZZIOLI

EMANUELA BROTTO

PIERO CATALDI

GIANMARIO LUCINI

AMBRA ZORAT

CHRISTIAN SINICCO

LUCA PACI

DANIELA RAIMONDI

LUCA SCOTTI

RAFFAELE PIAZZA

VIOLA AMORELLI

GIORGIO POLI

ANTONIO FIORI

TITO CAUCHI

LUCIANO NANNI

GUIDO MAZZONI

FRANCESCO DE NAPOLI

LAURA INCALCATERRA MCLOUGHLIN

GABRIELE PULLI

CARLO DI LEGGE

FEDERICO SANGUINETI




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