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Showing posts from August, 2023

Poesia: STORIA DI S. ST., SARTA E NUBILE. Erminia Passannanti

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Dipinto di Anonimo. “ Giovane donna sul letto di morte”, 1621, Scuola Fiamminga.   STORIA DI S. ST., SARTA E NUBILE   Omaggio a K. G. Jung Dipinto di Anonimo. Giovane donna sul letto di morte, 1621, scuola fiamminga * di notte sono tormentata da migliaia di serpi il mio letto è tappeto di aghi di pino vi appoggio la testa insostituibile sono la duplice politecnica sono la regina degli orfani mandano danaro a vagoni verso la mia capitale ho creato la giogaia dalla cima più alta forse un bimbo verde nasce. ** volevo dire pressappoco ferro cuscino sogno predicazione a punto basso porta vetrata ventilazione stoffa, sì, stoffa tagliata come burro la razione d’emozione che riferisco alla parola “forbici”. finestra, e pertugio, sono soltanto un’amante del clavicembalo. il fiore è la camelia. O Signore, qui riaffiora un’idea palpitante come corolla lieve o sentiment d’incomplétude ...

Poesia: RELIQUIA di Erminia Passannanti

RELIQUIA (A mia madre) La prima impressione è di uno strato di polvere bianca sottile e delicata come cipria di pallidissima Madonna e tu, con lo stupore della vergine, ne riemergi all'aria, finemente, con la tua antica vita, la faccia stupita, respirando l'incontro con il tuo amato figlio, ringiovanita. (Salerno, 10 maggio 2018) La poesia come interlocutrice mia madre,  a cui riferisco, come se potesse ascoltarmi, le impressioni che mio fratello ebbe e mi raccontò nel momento in cui si occupò da solo della sua esumazione. La morte è qui intesa come rinascita di mia madre in un mondo senza tempo dove non conta solo la vita, per continuare ad esserci, una vita che ha luogo negli affetti, specialmente nell’affetto filiale. E nell'arte. Rinascita che avviene mediante l’incontro ideale e materiale, alla distanza di trent’anni, del corpo riportato alla luce di una rinnovata esistenza.

Jamie McKendrick (1955, Liverpool), "Salt". Traduzione e commento - Saggio disponibile in Inglese e Italiano.

“Sale” Non sappiamo se il domani abbia verdi pascoli in mente dove stenderci accanto al sempreverde mormorio dell'acqua fresca, o se intende piantarci in qualche arida squallida valle nell'ombra dove l’alba è perduta per sempre, interrata sotto una vita di errori. Forse ci risveglieremo in città straniere dove il sole è un fantasma, un vagheggiamento, ed angolari consonanti inamidate intrecciano la lingua alla radice,  così che ogni senso di chi siamo s’annienta in parole e nulla di ciò che sappiamo può essere sbrogliato. Perfino allora, qualche vestigia del mare, la sua marea plosiva, le sue creste spumose, risorgeranno  dentro le nostre sillabe, bronzee come il canto delle api. Per quanto lontano ci siamo avventurati dalla fonte, un traccia della voce del mare si insedierà in noi come la luce del sole in qualche modo ancora persiste nei ciuff...