“L’errore” Lusso e libertà, naturalmente, si, mi pentirò e mi castigherò quando il tuo bicchiere si sarà svuotato. Come hai dimenticato, in quante notti insonni, mio Gesù, mio sacrificato, esposto su una croce cruda nel vento e nella pioggia o in un giorno assolato, le unghie che si sfaldano, la pelle indurita, non più uomo che icona? Reggere il tuo cuore nel palmo della mano non è per quel che causa al mondo. Preso in prestito da molti, deposto, freddo, in una cripta sigillata tutta fatta di marmo, che brilla nella penombra come in una cattedrale. Discusso, abusato un intero affare di posti, nomi e leggi. Ma tu, impudente, tu, scalzo e smilzo, pallido, dissanguato, ecco che mi siedi dinanzi, nuovamente, eloquente, sereno, invecchiato non ancora disposto a vedere l’errore. Erminia Passannanti, 23/10/2000