L'errore

 

“L’errore”


Lusso e libertà,

naturalmente, si,

mi pentirò e mi

castigherò

quando il tuo bicchiere

si sarà svuotato.

Come hai dimenticato,


in quante notti insonni,

mio Gesù, mio sacrificato, esposto

su una croce cruda

nel vento e nella pioggia


o in un giorno assolato,

le unghie che si sfaldano,

la pelle indurita,

non più uomo che icona?


Reggere il tuo cuore

nel palmo della mano

non è per quel che causa al mondo.


Preso in prestito da molti,

deposto, freddo, in una cripta sigillata

tutta fatta di marmo,

che brilla nella penombra

come in una cattedrale.

Discusso,

abusato

un intero affare

di posti, nomi e leggi.


Ma tu, impudente,

tu, scalzo e smilzo,

pallido,

dissanguato,

ecco che mi siedi dinanzi,

nuovamente,

eloquente, sereno, invecchiato

non ancora disposto

a vedere l’errore.


Erminia Passannanti, 23/10/2000

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