"L’ Ex-stasis si fa reale “ Nota di Gianmario Lucini (2004)
"L’
Ex-stasis si fa reale “
Nota
di Gianmario Lucini (2004)
Vorrei
indicare, nelle poesie recenti di Erminia Passannanti, pubblicate
nella raccolta La
realtà (Ripostes,
2004), che segue ad Ex-stasis
(Lietocolle, 2003) e Mistici
(Ripostes, 2003) – due volumi distinti, ma che costituivano un
unico discorso – una linea riflessiva più rivolta alla situazione
politica planetaria, con la guerra in primo piano, sulla quale però
l’autrice non si sofferma neppure, quasi a considerarla un semplice
epigono (e non possiamo che convenire su questo) di una pulsione di
morte già da tempo latente, ed endemica ormai nella civiltà
odierna.
Questa
tremenda intuizione, contro la quale pure avvertiamo un senso di
ribellione, esprime un pessimismo della ragione: non dimentichiamo
infatti che la poesia di Passannanti è sempre ben fondata (sulla
scia di Pier Paolo Pasolini) nel concreto e nella ricerca, pur con
gli strumenti della poesia e non con quelli della logica, una
lucidità analitica che viene espressa, molto spesso, con una
stringatezza dai toni amari e insieme glaciali, senza enfasi e senza
retorica, anzi quasi dimessamente, ma nella ricerca continua del
paradossale, del rimosso (collettivo e individuale), in quello che è
scomodo e che si vorrebbe tacere e neppure leggere.
Ne
‘Le ultime commedie’, l’autrice scrive:
‘La
situazione politica di questi giorni, mesi, anni ha mutato il quadro
della poesia, il suo statuto. La classe borghese ha il segno
indelebile del capitale. La violenza è ancora e sempre la sola
legittimazione possibile della struttura dello Stato. All’interno
di questa cornice, la disperata configurazione della famiglia o
dei nuclei comunitari si dibatte come una spaesata sequenza di
fantasmi. La guerra è continua, imponderabile. Il trasformarsi del
consenso in totale ignoranza è la condizione della sopravvivenza.
Questa la trascrizione delle percezioni dei rapporti di potere:
legittimità dell’abuso. Tutto è allegorico.’
Ma
diamo ora lettura di tre testi della Passannanti:
Le ultime commedie
In altri spazi mi muovo, alterata.
La veste a sciupare un’innocente rosa
Giungendo ad impedirne
La stagione di sposa
Per mano d’una teatralità
Corale da ricondurre
Agli esiti del corpo
In purezza.
Al concreto dell’esperienza singola
Per una misura più naturale
E ricordare i contrasti
Azzurrati della lingua.
Vecchi padri e le ambizioni errate.
L’immagine gretta conservatrice
Del lume della saggezza.
Mater si fa prevalente.
Un figlio si dona, per il figlio perduto.
Il mondo grigio si da, equivalente.
Possano, infine, conoscersi all’unisono,
Con la scioltezza tipica
Della trama imbastita
A favor del periglio.
Desiderio dell’auto-annientamento
Ho seguito una linea
Mai primaria
Tutti i miei desideri si prosciugano
Diventano vittime
Ravvio il mio destino
Come un pettine
Mi strazia la strutturale
Somiglianza tra il desiderare
Del desiderio la rovina
E la volontà stessa del nulla.
È ciò che agognano le masse.
Studio d’Inferno
rifiuto l’ideale predestinato
al centro che prelude
al suo profondo quelle porte aperte
spaventevoli fluide
il resto: tensione
da includere e concatenare
quale alto prodigo cadavere
figura di creatore e scoria
in tali province
[diversamente dall’andare e venire]
l’inferno
ha assai lodato e abbandonato
sconcertanti bellezze
della sua immagine ha fatto riflesso
in stanze affollate pugni levati
caos
sconcertanti bellezze
della sua immagine ha fatto riflesso
in stanze affollate pugni levati
caos
organizzato nel '97 per una donna
dal viso fasciato
e una mano inguantata sul petto
sullo sfondo che onora
questa vergine
in contorsione devota
con tra le mani
il Libro degli Incubi.
Le tre poesie qui pubblicate sono incluse nell’imminente antologia La poesia del Dissenso (poeti: Rossano Astremo, Fabio Ciofi, Gian Mario Lucini, Erminia Passannanti, con un’introduzione di Florian Mussgnug, (Ripostes/Troubadour Publishing Limited, prevista per settembre 2004)