Erminia Passannanti on the Neo-Baroque. Transference. Poetry and dissidence. 2001.
Neo-barocco?
By Erminia Passannanti
First Published on
Transference. Poetry Magazine.
Oxford. 6 settembre 2001
Cosa intendo quando uso il neobarocco come sottodefinizione per la poesia postmoderna?
Avere come scopo letterario ed estetico il compito di "diventare" o essere postmoderno oggigiorno è uno sforzo senza senso e renderebbe il proprio lavoro terribilmente superato. La postmodernità non c'è più: è già diventata oggetto di studio abusato e stantio. In effetti, è già stato sostituito da attivisti neobarocchi. neobarocco è riscoperta, esaltazione e rivalutazione del kitsch, è attribuzione ai suoi codici di uno schema di valori, ed è appunto la riattivazione di questi valori nella contemporaneità. È credere nel potere del falso, l'artefatto come più significativo del vero. Più o meno questo: Helton John che piange al funerale di Versace è neobarocco (questo superficialmente ne fa già un esempio), avere un museo del falso (come nella mia città, Salerno) è barocco... La Tate Modern di Londra è neobarocco nei suoi effetti ritardati dei media... il neoidealismo tedesco è esso stesso una forma di neo-barocco... le arti performative contemporanee quando troppo autocoscienti e ornate, come nel film "Moulin Rouge", sono neo -barocco...Quello che il neobarocco di certo non è sarebbe la strenua pretesa di autenticità, di sé, di psicoanalisi...e così via dicendo.
Neobarocco è quando...
Neobarocco è quando in una società la poesia, l'arte, la musica diventano più potenti degli effetti prodotti dall'industria e dai valori legati alla lotta operaia...il neobarocco è di per sé una parodia del barocco quindi possiede, nonché potenzialità critiche poiché rivela i propri strumenti e le proprie finalità, avendo antecedenti nei dipinti di Michelangelo Caravaggio. Eredita e spinge alle estreme conseguenze ed effettua l'esasperata creatività di quelle che erano state le caratteristiche dell'arte manierista.
Nelle arti visive i gesti sono enfatizzati, nel teatro e nella fotografia le soluzioni spaziali sono rese audaci. L'artista si concede un ricchissimo repertorio decorativo, utilizzando iconografie teatrali. Come nell'antico barocco, all'artista viene chiesto di esercitare l'immaginazione per stupire e, in questo modo, convincere. Il neobarocco è anche e soprattutto un atteggiamento politicamente scorretto perché sottolinea i contrasti e li sfrutta (il neobarocco è quando l'arte fa il mondo, non viceversa, come avviene ora). Il manierismo delle nostre comunicazioni quotidiane con il loro linguaggio falso e i loro falsi obiettivi è neobarocco, quindi siamo sulla strada giusta.
Inoltre, il neobarocco pone l'accento su alcuni temi facilmente riconoscibili, come, ad esempio, la vita trasformata in museo, il tema della decadenza spirituale, la spinta alla rinascita emotiva, il ricorso alla maschera come nell'uso barocco dei personaggi, l'accento mettere sulle "anime" affermazioni, e così via (tutto si trova nella mia serie di poesie Mystics). Sono sicura che è più facile per chi appartiene a una tradizione cattolica riconoscere o provare attrazione per il neobarocco, nel suo uso del fantastico, del grottesco, come nella tradizione teatrale italiana del Cinquecento.
Ma soprattutto neobarocco è l'uso delle allegorie, come sottolinea Walter Benjamin in The Baroque Drama. Il neobarocco è proprio quell'attrazione per l'uso espressionista del fasto, la volontà di scioccare e provocare meraviglia, il gusto per le sottigliezze e il paradosso, che stranamente coesiste con il bisogno di un'inquietante bizzarria e armonia. Inoltre, si possono considerare neobarocche una sorta di performance maschile-transessuale, insieme alla volontà di enfatizzare eccessivamente la soggettività per trascenderla, per trascenderne i codici, per drammatizzare la condizione umana e la presenza nell'essere umano di ridicoli e eppure squisiti elementi del divino....
È mia opinione che le arti visive, la pittura e soprattutto la fotografia, stiano quasi inevitabilmente attraversando una fase di neobarocco e questo a causa della tensione energetica verso il trans-genetico, trans-psicologico, trans-spettacolare che questo stile mette a disposizione degli artisti. con, il gusto per gli alti contrasti e per la giocosità dei suoi elementi kitsch, il suo amore per il collezionismo di icone, rasentando, nella maggior parte dei casi, il feticismo e le provocazioni travestite, come nella foto sopra di Pierre Molinier.
Esempi di trans-letteratura e cinema neobarocco sono il romanzo di Santos-Febres Mayra, SIRENA SELENA, e il musical Moulin Rouge, di Baz Luhrmann.
Anche la poesia adotterà questo stile?
Neo-orfici e neosperimentalisti, minimalisti e neo-crepuscolari, manieristi e post-modernisti (che ho citato più dettagliatamente nella lista metà beffarda e metà seria che ho pubblicato un paio di mesi fa su Poetryetc) sono tutti lì che lottano far rinnovare al linguaggio della poesia i propri codici e strumenti, consumando spesso in questo sforzo vocazioni autentiche. Ma avendo, d'altra parte, il dovere di farlo. I legami tra il poeta e il teorico letterario/culturale sono in qualche modo inevitabili. Io stesso non credo nella spontaneità e spero che dietro ogni poeta ci sia un progetto non solo uno sfogo di parole, uno scoppio di lacrime o di gioia, il desiderio di dare espressione alla propria ira.
La maschera barocca sta lì, almeno per come la vedo io, a suggerire l'artificiosità di tale assimilazione “postmoderna” di generi e stili, la menzogna, se si vuole, delle vicissitudini delle teorie letterarie, e quindi, a mio avviso, l'elaborazione di un manierismo che dominerebbe il tutto, e questo sicuramente può suggerire un ritorno a una sorta di ordine sconcertante eppure rasserenante. La maschera è lì per caratterizzare lo scontro di questi elementi con la poco persuasiva riconciliazione del sé con i suoi stereotipi.
Mi sto anche soffermando sul neobarocco per rappresentare ciò che scrivo e ciò che mi propongo di fare… È la mia personale risposta attuale alla postmodernità e una svolta dalla mia raccolta Macchina (che sarà Mistici). Ma sì, è vero che soprattutto nelle arti visive siamo nel regno del neobarocco postmoderno.
Per chi vive quotidianamente le tracce del vecchio barocco nelle architetture cittadine, nelle chiese e nei palazzi, come noi qui, in Europa (immagina quanto è presente il barocco a Napoli!) o nel design dei mobili, (la vecchia sala da pranzo di mia madre era tutta barocco) per esempio, non c'è dubbio che il kitsch manieristico e mieloso nel film Moulin Rouge o nei dipinti dell'artista danese Kristoffer Aggerbeck sia una forma di neobarocco postmoderno.
L'opera di Kristoffer Aggerbeck è infatti neobarocca nel gusto e nell'intenzione: gli elementi compositivi dei dipinti sono fermamente portatori di un discorso barocco che beffa la posa post-romantica e ad essa preferisce la maschera, la posa sentimentale, la nausea, mirando a affermare una postura piuttosto che suggerire idee (come invece fa il lavoro postmoderno, nel suo adattamento critico degli stili del passato e nella fusione di tutti loro in una struttura disorganica). Il neobarocco è scandalosamente provocatorio nei confronti dell'establishment di genere (non esiste una forte critica aperta alla lotta di classe né una coscienza che va immediatamente verso il politico).
Se la postmodernità va al centro della critica marxista delle società capitaliste del XX secolo, il neobarocco è al di là di tutto questo. Per sfruttare ulteriormente il soggetto di Elton John, più neobarocco di qualsiasi altra cosa abbia visto di recente, è proprio l'Aida della Walt Disney Production, in particolare la scena centrale della sfilata della Principessa: l'adattamento stesso dell'Aida di Verdi in un musical di Broadway è immensamente kitsch.
Comunque, nelle arti visive, un'opera neobarocca non appare così stratificata come quella postmoderna: gode di superficialità, e le provocazioni si basano su questo tipo di effetto effimero ed irritante.
Oxford, 6. 9. 2001 Copyright: Transfert 2001