Erminia Passannanti. Poesia: "Valì". Interpretazione.
VALÌ
VALÌ
(A mia figlia Valentina)
Te ne vai in giro simile a ninfetta
avvolta nella tua minutezza
con ghirlande nastri di carta e cesti
o alla maniera di una principessa futurista
che si proietta in rosee lontananze
così presente eppure inaccessibile
nella tua limpidezza di occhi e gesti e discorsetti
bisbigliati solo a te stessa
ticchettando sulle mie scarpe alte per le stanze
un po’ dolce un po’ altera come dea.
Netta, nella tua luce netta;
sei anni,
cometa, mia cometa
che trascini dietro i tuoi sorrisi
le mie speranze d’oro, come trascini il velo.
Erminia Passannanti (Salerno 1988)
Pubblicata nella raccolta "Macchina", Manni Editore, 2000.
COMMENTO
Questa poesia è un ritratto affettivo che celebra l’infanzia come momento luminoso, magico e irripetibile. La figlia appare come cometa, forza celeste e guida, che illumina e trascina il genitore stesso nel suo movimento vitale. È una dichiarazione di amore, ma anche un atto di contemplazione del mistero che ogni figlio rappresenta: vicino eppure irriducibilmente “altro”.
Lo stile è lirico ma non enfatico: mescola quotidiano (“discorsetti”, “scarpe alte”) e sublimazione simbolica (dea, cometa). Questo contrasto produce una tensione poetica che restituisce sia la realtà concreta del bambino sia la percezione amplificata dall’amore del genitore. La ripetizione di “netta, nella tua luce netta” sottolinea l’essenzialità, la purezza assoluta della bambina.
La poesia è in versi liberi, senza schemi metrici o rime obbligate. Questo conferisce al testo una spontaneità che riflette bene il flusso emotivo della voce della madre. L’uso di enjambements (“così presente eppure inaccessibile / nella tua limpidezza…”) crea un ritmo fluido, simile a un discorso interiore, ma al tempo stesso musicale.
Temi
Infanzia e purezza: la bambina appare come epifania di innocenza e vitalità.
Mistero dell’identità: nonostante l’età, la figlia viene percepita come in parte inafferrabile, già “altra”, con una sua interiorità autonoma.
Tempo e crescita: i “sei anni” segnano un passaggio simbolico, un’età che è insieme tenera e già proiettata verso il futuro.
Genitorialità e speranza: la figura paterna/materna si affida alla luce della figlia, che diventa guida e promessa (“le mie speranze d’oro”).
Immagini e metafore
“Ninfetta”: richiama leggerezza, grazia, fragilità, un’immagine quasi mitologica.
“Principessa futurista”: ossimoro curioso, che mescola regalità infantile con l’idea di modernità e slancio verso il futuro, enfatizzando la vitalità creativa della bambina.
“Così presente eppure inaccessibile”: mette in rilievo il paradosso della condizione infantile, vicina ma già autonoma, misteriosa, chiusa in un mondo proprio.
“Ticchettando sulle mie scarpe alte”: immagine concreta e domestica, che restituisce la scena quotidiana, legandola però a un senso di gioco e di emulazione.
“Un po’ dolce un po’ altera come dea”: fusione di divino e umano, infantile e solenne.
“Cometa, mia cometa”: climax metaforico: la figlia è un astro, portatrice di luce, scia luminosa che orienta e trascina con sé speranze e desideri del genitore.
(Commento di Emanuela Rocco)